
La grande storia del ciclismo. Dai pionieri di fine ottocento a oggi, fra imprese, rivalità e retroscena
La storia e la leggenda del grande ciclismo, a partire dalle fascinose avventure dei pionieri di fine Ottocento sino ai giorni nostri. La nascita del Tour de France e del Giro d’Italia, di tante spettacolari classiche, i primi eroi popolari dell’infinita avventura. Il diavolo rosso Gerbi cantato da Paolo Conte. Lo spazzacamino valdostano Maurice Garin, che diventa francese e vince il primo Giro di Francia. Costante Girardengo il Campionissimo. La gloria e la tragedia di Bottecchia. Binda e Guerra, una grande rivalità, sino all’epopea dei giganti della strada, Bartali e Coppi, che con i loro trionfi aiutarono il paese a rinascere dopo i drammi della Seconda guerra mondiale. E poi Gimondi e Merckx, un grandissimo duello, ma anche tanti campioni italiani al proscenio negli anni ’50 e ’60. Le sfide infuocate fra Moser e Saronni, poi Bugno e Chiappucci, il mito e la tragedia di Marco Pantani. I trionfi e le frodi di Lance Armstrong. Le altre avvilenti vicende di doping, compreso quello tecnologico. Ma anche le emozionanti vittorie olimpiche e mondiali di Paolo Bettini. Tanti retroscena, altrettanti segreti sino alle vittorie di Nibali al Giro, al Tour e alla Vuelta. L’oro olimpico di Viviani ai Giochi di Rio, l’oro del quartetto trascinato da Ganna ai Giochi di Tokyo, le tragedie assurde di Michele Scarponi e di Davide Rebellin. Il colpaccio a sorpresa di Bettiol al Giro delle Fiandre e i trionfi su pista e su strada, a cronometro e in linea, in maglia iridata e in maglia rosa, il record dell’ora del nostro straordinario Filippo Ganna. Senza dimenticare l’avventura di Sonny Colbrelli, campione d’Italia, d’Europa, in trionfo nel fango della Roubaix e poi tradito dal suo cuore. Infine, la nuova generazione di fenomeni, Pogacar e Vingegaard, Van der Poel e Van Aert che su tutti i traguardi sanno rendere spettacolare e affascinante ogni sfida.

Raccontare alla gente le storie che, davanti a un caffè, nelle pause tra una gara e l’altra, si scambiano di consueto i giornalisti, gli addetti ai lavori, gli inviati al seguito delle carovane dei ciclisti, come si scriveva un tempo. È il compito che si è dato un veterano del mestiere come Beppe Conti in questo libro, che svela i retroscena, i pettegolezzi e le confidenze raccolte dai protagonisti di tante avventure di strada, sui sentieri delle classiche, sulle montagne del Giro e quelle del Tour, nelle kermesse per un Mondiale. Un romanzo sportivo composto da tante storie, attraverso la Storia del grande ciclismo, alla ricerca dei segreti legati alle memorabili imprese che hanno fatto epoca: dalle follie d’inizio Novecento alle sfide spietate fra Girardengo, Binda e Guerra, sino alla storica e intensa rivalità fra Coppi e Bartali e alle vicende di Pantani, Cipollini, Nibali. Per comprendere una volta per tutte quanto è fascinoso e grande lo sport della bicicletta. E mai troppo amato.

Ho voluto la bicicletta. Come il ciclismo mi ha insegnato a vivere
Come una tappa di montagna, ogni percorso di vita è un alternarsi di salite e discese, momenti durissimi e poi sollievo, castigo e misericordia. Il ciclismo è del resto un poderoso esercizio del corpo che, oltre alla forza muscolare, necessita di formidabili energie mentali.In questo libro Davide Cassani parte dal punto più amaro della propria lunga carriera – quando, appena esautorato dal ruolo di ct della Nazionale, si trovò da solo sul divano di casa a gioire per la conquista dell'oro nella gara su pista a Tokyo 2021 – per scandagliare, a una a una, tutte le risorse interiori che la bicicletta, sempre fortemente "voluta", gli ha permesso di sviluppare negli anni. L'ingrediente di base è la passione, sbocciata già nel '68, quando il babbo lo portò a vedere Gimondi al Mondiale. Ma non basta. Poi occorre decidere chi sei («gregario, lo avevo capito quasi subito»), saper scegliere gli obiettivi (vedi Nibali nel 2016: Giro, Tour o Olimpiade?) e soprattutto imparare a rialzarsi anche dopo le peggiori cadute, come quella di Bettiol a Tokyo. Per farlo servono sia fiducia all'interno della squadra (Martini ne aveva in Cassani, come Cassani in Trentin), sia tante altre doti individuali: lucidità, senso della sfida, studio. E poi la spinta (forse) maggiore viene dall'attitudine a sorprendere tutti come Colbrelli alla Roubaix, ad azzerare per cominciare una nuova vita. Cassani, di vite, ne ha già vissute almeno tre: corridore, commentatore, ct. E non stupisce che si stia profilando la quarta...

Pantani è tornato. Il complo5to, il delitto, l'onore
Tutti ricordano le immagini di Marco Pantani scortato dai carabinieri a Madonna di Campiglio il 5 giugno 1999. Un numero, 53, il valore del suo ematocrito al controllo, gli costa un Giro d’Italia condotto trionfalmente. Per qualcuno, quel giorno crolla un mito. Per Pantani è il mondo stesso a crollare. Insieme alla maglia rosa gli sfilano l’onore, e un gran pezzo di vita. È una discesa agli inferi, che il Pirata compie scalino dopo scalino e si consuma il 14 febbraio di cinque anni dopo nel residence di Rimini dove viene trovato morto. Overdose è il verdetto del giudice. Qualcosa di molto simile a un suicidio per il resto del mondo. Qualcuno continua a nutrire dubbi su quella conclusione ma servono nuovi elementi e molto coraggio per spingere la magistratura a riaprire il caso. Tre persone non hanno mai smesso di lottare per restituire l’onore a Marco Pantani e trovare finalmente la verità. Tonina, la mamma, che ha sempre rifiutato la versione ufficiale. Antonio De Rensis, l’avvocato della famiglia, che ha messo testa e cuore in questa battaglia. E Davide De Zan, un giornalista ostinato, che di Marco era amico. Grazie a un lavoro d’inchiesta puntiglioso e serrato, dettagli, fatti e clamorose dichiarazioni si accumulano sotto gli occhi dell’autore e qui vengono documentati e analizzati nella loro sconvolgente evidenza. È così che hanno preso corpo due parole: complotto e criminalità organizzata. Due parole che gettano la loro lunga ombra fino al tragico epilogo, e impongono di evocarne una terza, ancora più terribile: omicidio. A Campiglio hanno ucciso il campione, a Rimini l’uomo. Un solo uomo ucciso due volte. «Tutti i ragazzi che mi credevano devono parlare» esortava Marco Pantani in un messaggio ritrovato dopo la sua morte. Finalmente i ragazzi hanno parlato. Pantani è tornato. Adesso, fate giustizia.

Pantani per sempre
Un'incalzante indagine che non smette di chiedere giustizia e racconta a tutto tondo la vicenda di un campione che è incastrato nel cuore di ogni amante del ciclismo.
Ci sono vicende che fanno ribollire il sangue, se solo ti è rimasto un po’ di sangue in corpo. La storia di Marco Pantani – del campione Pantani e del ragazzo Marco – è una di quelle. È la storia di un uomo fortissimo e sensibile, un fiore d’acciaio. È la storia dell’ultimo eroe del ciclismo romantico, del più grande scalatore di tutti i tempi, il Pirata, un atleta unico, impastato della stessa materia di cui sono fatti i sogni dei tifosi e le imprese più leggendarie dello sport. È la storia di un uomo ucciso due volte. Prima a Madonna di Campiglio, in un’assolata giornata di giugno del 1999, il giorno che cambiò il ciclismo e, forse, si prese per sempre la nostra innocenza. E poi in un residence di Rimini, cinque anni dopo, a San Valentino. Davide De Zan non è solo un grande cantore del ciclismo, il telecronista che ha raccontato e racconta il Giro d’Italia, il Tour de France e i più importanti avvenimenti sportivi degli ultimi trent’anni. È anche un uomo ostinato. Ostinato come solo certi cronisti vecchia scuola sanno essere. Ostinato come solo gli amici – lui che di Marco era amico vero – sanno essere. Davide De Zan è stato testardo, non ha mai mollato la presa. Come di certo non l’ha mai fatto Tonina, la madre di Pantani, suo padre Paolo, né gli amici più cari. Anche loro sono stati ostinati. Il risultato di questa ostinazione è un’inchiesta che ha scoperchiato ben altre verità, forse troppo scomode, e a cui ora De Zan aggiunge nuove e sconvolgenti pagine. Un’incalzante indagine che non smette di chiedere giustizia e racconta a tutto tondo la vicenda di un campione che è incastrato nel cuore di ogni amante del ciclismo. Chi si chiede perché, a vent’anni dalla sua ultima corsa, l’amore per Marco Pantani è più vivo che mai, lo capirà leggendo questo libro.
Bestie da vittoria
Questa è l'altra faccia del ciclismo, il racconto di quel mondo parallelo fatto di ipocrisia, interessi e giochi di potere che sta dietro ai colori, ai tifosi lungo le strade, ai carrozzoni festanti delle grandi gare. Un sistema cannibale di cui tutti sono a conoscenza, ma di cui nessuno parla, perché tutti hanno troppo da difendere. Un libro denuncia che chi fa parte del sistema non potrebbe scrivere. Solo uno che non ha più nulla da perdere, come Di Luca, radiato a vita per doping, poteva farlo.

Colin O’Brien, giornalista irlandese residente da oltre vent’anni in Italia, ricostruisce con magistrali pennellate la storia del Giro attraverso i personaggi che l’hanno reso unico, i dualismi, gli scandali e gli eroi... è il grande libro del Giro d'Italia!

La corsa del secolo
Raccontare il Giro significa anche raccontare la storia dell’ultimo secolo del nostro Paese. Lo fanno in questo libro due studiosi che seguono i protagonisti dell’epopea del Giro e le vicende del nostro Paese, da Binda a Girardengo, da Giolitti a Mussolini, dai mitici Coppi e Bartali a Eddy Merckx, da De Gasperi e Togliatti fino a Pantani e Nibali, Berlusconi e Renzi.

Ho osato vincere
Moser fu il primo a usare le ruote lenticolari, a indossare gli occhiali antivento, a sperimentare nuovi metodi d’allenamento. Dopo Coppi e Bartali, nessuno come lui ha saputo raccogliere intorno a sé l’affetto di tifosi e appassionati, non solo per i tre record dell’ora – in altura, al livello del mare e al coperto – ma perché fu un innovatore su tutti i fronti proiettando il ciclismo degli anni Settanta e Ottanta nel futuro.

Di furore e lealtà
Il grande campione si racconta a un grande scrittore: storie d’amore e d’amicizia, rivalità e collaborazione, scandiscono la sua esistenza, legate in maniera inestricabile alla missione che si è scelto: provare a vincere le più grandi corse a tappe del mondo. Il ragazzo siciliano dimostrerà che non esistono sogni impossibili e, allo stesso tempo, si renderà conto che il viaggio intrapreso l’ha trasformato in uomo.

Il texano dagli occhi di ghiaccio
Questo saggio racconta per la prima volta come venne costruito un raffinato sistema di spionaggio e di tecnologie all’avanguardia che permise a Lance Armstrong di entrare nella leggenda (dal 1999 al 2005, vinse sette Tour de France) e, qualche anno dopo, di diventare il simbolo del più grande scandalo della storia dello sport.

Quelli che pedalano
Dall’ex campione, tutto quello che devi sapere per andare più forte in bicicletta: tutte le nozioni tecniche, gli strumenti, i test e le tabelle per diventare un cicloamatore di successo
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